giovedì 7 giugno 2007

Aulo Gellio, Le notti attiche



Aulo Gellio

Le notti attiche. Testo latino a fronte

Mi piace l'antichità - dici tu - perché è onesta, buona, frugale, temperata. E allora vivi con la moralità del passato: ma parla con le parole di oggi. E tieni sempre nella memoria e nel cuore la frase scritta da un uomo di talento e saggezza eccezionali come Gaio Cesare, nel primo libro "Sull'analogia": "evita come se fosse uno scoglio, la parola inaudita e inusitata".

Alcune note su Aulo Gellio e la sua opera, tratte dalla versione "allo stato" di wikipedia:

Aulo Gellio (ca 125 d.C.- 166 d.C.) fu un rètore e giudice nell'età degli Antonini.

La vita

Aulo Gellio (Aulus Gellius) nacque a Roma nei primi anni del principato Adrianeo, si presume intorno, o poco prima, del 125 d.C., di lunedì. Dopo gli studi compiuti con Tito Castricio e Sulpicio Apollinare, si recò in Grecia per completare la sua istruzione, e qui conobbe, tra gli altri, Erode Attico. Gellio iniziò la sua carriera a Roma come giudice extra ordinem (straordinario). Fu molto amico del filosofo Favorino, spesso citato nella sua opera principale, l'unica conservatasi, le Noctes Atticae (Notti attiche).

La sua posizione sociale nella Roma di Antonino Pio era senz'altro nella fascia dell'elite, come si evince dalle sue frequentazioni. Mentre le scarne note biografiche di cui sopra si ricavano dalle Notti attiche stesse, incerta è la data della morte. Poiché la "pubblicazione" dell'opera avvenne verso il 159, alla fine dell'Impero di Antonino Pio, è molto probabile che Aulo Gellio abbia trovato la morte non molti anni dopo nella pestilenza del 166 d.C. che decimò la popolazione dell'Impero e della capitale, poi ché l'opera non è stata ampliata come egli stesso si proponeva di fare.

Le "Notti attiche"

La sua opera, le Notti attiche, in latino Noctes Atticae, è uno zibaldone ante litteram di venti libri (l'opera ci è giunta sostanzialmente completa, salvo che per il libro ottavo, di cui rimangono solo i titoli ed alcuni frammenti), nella quale Gellio, dando sfoggio di enorme erudizione, alterna arcaismi e dotte citazioni di critica letteraria, studi sull'etimologia delle parole, sul diritto antico, discussioni di medicina, filosofia, retorica e scienze, e molto altro a episodi di vita da lui vissuta in Grecia ed a Roma.

Il maggior motivo di interesse dell'opera è proprio nella descrizione della bellezza della società imperiale negli anni di Antonino Pio, che assaporiamo di riflesso in questi racconti, consapevoli che quell'età dell'oro non sarebbe più tornata, né per l'Impero, né per noi.

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