martedì 12 giugno 2007

Salustio, Gli dei e il mondo



Salustio

Gli dei e il mondo

Personaggio appartenente alla cerchia degli intimi di Giuliano Imperatore (soprannominato per spregio l’Apostata dai cristiani), il Salustio autore di questo breve ma denso trattato si prefiggeva evidentemente con esso di tracciare quasi un “catechismo del Paganesimo”, una formulazione concisa - ma esauriente e inoppugnabile - delle verità che sottostanno alla religione greco-romana.

Se dunque lo scritto si inserisce in un momento storico preciso (la restaurazione del Paganesimo invano tentata da Giuliano), di cui contribuisce a svelare la notevole consapevolezza culturale, tale è la lucidità e il valore del breve ma importante lavoro, che esso può ancora oggi essere letto con vantaggio da chi intenda meglio conoscere quella tradizione.

L’interpretazione anagogica del mito, i fondamenti del rito, i principi metafisici, le formulazioni etiche, la particolare visione del mondo di quello che si è convenuto chiamare Paganesimo - tutto ciò sfila davanti agli occhi del lettore secondo un preciso e agile piano espositivo e con chiarezza rara, tanto da ingannare nella sua apparente semplicità.

Il ricco apparato critico di questa edizione intende perciò evidenziare la cospicua rete di rimandi filosofici e culturali sottesa alla mirabile stringatezza di Salustio, rendendo così più visibile al lettore le basi “sommerse” del discorso.

Da una recensione di Mario Migliori:

“Giuliano rappresentò la difesa della civiltà classica; ma la fama, che lo avvolge, di persecutore del cristianesimo – sono le giuste considerazioni del Di Giuseppe – è usurpata. Si dimentica che Giuliano imperatore non si macchiò di una sola goccia di sangue cristiano; cosicché tale fama sembra procedere dalla semplice promulgazione di due editti. E siccome con il primo, il 4 febbraio 362, Giuliano non abolì il cristianesimo, ma dichiarò equivalenti tutte le religioni, ritornando allo statu quo del cristiano Costantino, gli studiosi alla fine devono convenire che la punta della politica anticristiana dell’Augusto non fu che un editto de professoribus, con il quale, il 17 giugno 362, Giuliano vietò ai cristiani l’insegnamento della retorica”.

Nessun commento: