venerdì 2 novembre 2012

L’uomo che cavalcava la tigre


ISBN: 9788874752904

Alberto Henriet L’uomo che cavalcava la tigre


Alberto Henriet ha avuto l’idea di guidarci come in una visita a una esposizione dei quadri di Julius Evola: ogni quadro suscita nell’autore delle immagini, quasi delle visioni, dove ben presto Evola stesso, in alcuni casi grazie al suo “doppio” Ea (che, come ben si sa, era lo pseudonimo usato in Ur e Krur), diventa diretto protagonista di scene in cui viene trasportato nel suo presente, passato e futuro, una realtà trasfigurata fantasticamente grazie alle avanguardie artistiche che Henriet conosce molto bene e sa amalgamare nei suoi racconti-visioni di poche righe o di diverse pagine, e il cui titolo è spesso proprio quello di un quadro evoliano: l’ambiente romano dell’aristocrazia e dei cabaret dove il Barone era un vero e proprio “personaggio”; le figure di Onofri, Reghini, Parise, Sibilla Aleramo; le musiche di Debussy, Strawinsky, Schönberg; i quadri di Kandinsky, Carrà, Léger, Picabia, della Secessione Viennese: tutto ciò fa da sfondo all’Evola degli Anni Venti, la cui figura spesso risalta nei ricordi dei testimoni e, fin quando sono sopravvissuti, dei superstiti di allora.

lunedì 29 ottobre 2012

Limonov






19 €









Limonov


CARRERE EMMANUEL


«Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero. Io lo conosco. È stato teppista in Ucraina; idolo dell’underground sovietico sotto Brežnev; barbone, poi domestico di un miliardario a Manhattan; scrittore alla moda a Parigi; soldato perduto nelle guerre dei Balcani; e adesso, in quell’immenso bordello che è il postcomunismo in Russia, anziano capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui vede se stesso come un eroe, altri possono giudicarlo un farabutto: io sospendo il giudizio». Così, sulla quarta di copertina dell’edizione francese, l’autore presenta il suo protagonista e il modo in cui lo ha affrontato. E aggiunge: «La sua è una vita pericolosa, ambigua: un vero romanzo di avventure». Un romanzo di avventure, va detto, al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro e divertentissimo: come ogni lettore potrà constatare (e come già hanno constatato con delizia trecentomila lettori francesi). Perché Carrère riesce a fare di Eduard Limonov un personaggio indimenticabile: a volte commovente, a volte ripugnante – a volte paradossalmente simpatico. Ma mai, assolutamente mai, banale. Che si prostituisca nei quartieri malfamati di New York o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti intellettuali parigini, che si goda una condanna al carcere per terrorismo o si candidi alla presidenza della Repubblica, che singhiozzi per l’abbandono di una donna o sogni la rivoluzione (di qualunque colore essa sia), Limonov vive ognuna delle sue avventure fino in fondo, senza mai chiudere gli occhi, con una temerarietà e una pervicacia che incutono rispetto. Attraversando, anche lui a occhi ben aperti, questa esistenza oltraggiosa, Emmanuel Carrère vi si immerge e vi si rispecchia come solo può fare chi, come lui, ha una vita che ha qualcosa di un «romanzo russo».

venerdì 26 ottobre 2012

Skagboys






20 €








Skagboys


WELSH IRVINE


“Per me è stato amore al primo buco, matrimonio alla prima fumata. Esatto, io amo la mia ero. La vita dovrebbe essere come quando sei strafatto.” È questa la filosofia degli skagboys, i tossici scozzesi resi famosi da Trainspotting. In questo libro Irvine Welsh racconta l’antefatto, il momento in cui Mark Renton, Sick Boy, Spud e i loro “soci” scivolano inesorabilmente nel baratro dell’eroina. Fra scene di devastante crudezza e depravazione, episodi grotteschi e squarci di inaspettata poesia e tenerezza, ogni personaggio emerge dalla pagina con tutta la propria violenza verbale, la propria rabbia e brutale autenticità, raccontando in prima persona e senza compromessi una decadenza fisica e morale irrimediabile.
Disillusi e privi di ogni stimolo, i personaggi di Welsh si gettano alle spalle lavoro, amore, famiglia, persino la passione calcistica, opponendo a tutto questo una parabola solipsistica e autodistruttiva. È il trionfo della vita ai margini nel suo splendore epico e negativo, dove il protagonista assoluto è il linguaggio esuberante, eccentrico, imprevedibile. Sembra di sentirli parlare davvero, Rents e Sick Boy, lungo la ferrovia, in cerca di “quel sollievo che ti sembra un’estasi quando ti scorre per le vene nel cervello, e l’euforia incredibile perché i problemi del mondo, tutta la merda, si dissolvono attorno a te nella polvere”.

Irvine Welsh, nato in Scozia, risiede a Dublino, dopo aver vissuto e lavorato a Edimburgo, Amsterdam e Londra. I suoi libri, Trainspotting, Ecstasy, Acid House, Il lercio, Tolleranza Zero, Colla, Porno, I segreti erotici dei grandi chef, Una testa mozzata, Crime, Tutta colpa dell’acido e Serpenti a sonagli sono tutti pubblicati in Italia da Guanda. Sempre per Guanda è autore, insieme ad Alexander McCall Smith e Ian Rankin, della raccolta di racconti su Edimburgo Storie di una città.

mercoledì 4 aprile 2012

Le rose di Axum


ISBN: 9788878519848

Giorgio Ballario
Le rose di Axum. Un’indagine del maggiore Morosini

Febbraio 1936: mentre divampa la guerra contro l’Abissinia, voluta dal Duce per “ridare” all’Italia un impero e sedersi da vincitore al tavolo delle grandi potenze, nelle saline di Massaua, retrovia del conflitto, viene scoperto il cadavere di un indigeno orribilmente torturato e sfigurato. Per Aldo Morosini, maggiore dei Reali Carabinieri, potrebbe essere solo un’indagine di ordinaria amministrazione, perché le autorità coloniali liquidano l’accaduto come una banale vendetta fra clan eritrei. Invece l’omicidio dell’ignoto indigeno finirà per intrecciarsi con un’oscura vicenda di interessi privati, spionaggio e complotti internazionali che condurrà Morosini fino alla mitica città di Axum, capitale di uno dei regni più misteriosi dell’antichità africana. In questo viaggio verso l’ignoto il maggiore dovrà anche scortare un gruppo di archeologi tedeschi intenzionati a recuperare la mummia di Caléb, il più grande fra i re axumiti. Tuttavia Morosini scoprirà presto che dietro la facciata della missione scientifica si celano ben altri scopi, assai più oscuri e inquietanti. E che i suoi nuovi compagni di avventura non sono esattamente ciò che appaiono. Sfoderando tutto il suo acume investigativo, mentre si destreggia fra agguati e omicidi, serpenti e scorpioni, agenti segreti e fotoreporter in gonnella, predoni abissini e monaci copti, a poco a poco Morosini ricomporrà tutti i tasselli del mosaico, scoprendo la verità che si cela dietro le “rose di Axum”….

lunedì 9 gennaio 2012

Album di un secolo

Cos’hanno in comune, oggi, il socialista Jack London, il poeta libertario García Lorca, la bandiera degli omosessuali Maria Callas, l’ex trotzkista Simone Weil e l’ubriacone Charles Bukowski? Una domanda alla quale è possibile dar risposta sfogliando un giornalino vecchio di sessant’anni, dal titolo significativo «Giovinezza!» (con un punto esclamativo ben evidente). Un giornalino in ciclostile fondato nel gennaio del 1949 da un gruppo di camerati (allora si chiamavamo così, e in parte ancora adesso), che reggevano sulle spalle l’esperienza di un conflitto, per loro, non ancora concluso. Erano giovani e giovanissimi che odiavano quel mondo moderno che aveva condotto i “nemici della patria” alla vittoria, credevano alla perfida realtà dei complotti e sognavano di incarnare un bene sconfitto dalle armi e dalla sorte; la stessa sorte che avrebbe condotto, non si sa come o a quale ora del giorno, una sparuta minoranza di “cavalieri” a una rinascenza vuota di macchine e sovrastrutture, senza classi, né operaia né borghese, piena di fede, amicizia e valori.
Oggi, quel mondo di sessant’anni fa non esiste più. Quel mondo per il quale uomini e donne patirono fame e stenti e piansero la morte dei loro cari è una stagione da consegnare alla memoria dei libri e ai racconti degli anziani. La guerra, insomma, quella guerra, è finita da un pezzo.
Al tempo, i giovani di «Giovinezza!» leggevano Ernst von Salomon, Louis-Ferdinand Céline, Maurice Bardèche e René Guénon. Il loro maestro si chiamava Julius Evola. La mia generazione – quella dei quarantacinquenni e dei cinquantenni – invece, ha avuto in dono gli autori maledetti provenienti dall’altra parte dell’Oceano, dalla patria degli ex “nemici”, il rinnovamento dell’arte in direzione pop, i pubblici furori contro questo o quel divetto e infine bandiere e supereroi di carta quasi del tutto sconosciuti ai figli della guerra. E di tutto questo, e di molto altro ancora, è figlia la mia parte politica: quella delle divisioni quasi del tutto risanate, dello svago di massa e delle “divinità” scese in terra. La generazione di papa Wojtyla e di Pablito Rossi, eroi separati da mille barriere ideali, ma uniti dal comune consenso popolare. La generazione che parte dai Settanta, dal cuore di un altro tempo di guerra, e corre verso le avventure dei propri anni, lasciandosi alle spalle il pregiudizio, l’odio e il rancore. La generazione che ha smesso la divisa da soldato; quindi, ha sotterrato dagli Ottanta in poi l’ascia di guerra.

mercoledì 4 gennaio 2012

Il liberalismo

Marco Iacona
IL LIBERALISMO

Presentazione di Alain de Benoist

ImmagineIl liberalismo, l'unica vera rivoluzione dei tempi moderni, spiegato in breve. Una corrente politica e di pensiero che si pone, alla prova dei fatti, come punto di non-ritorno, una meta conquistata tappa dopo tappa: l'orizzonte di una liberazione del genere umano.

L'acquisizione del concetto nuovo di libertà presuppone l'abbandono lento ma categorico di qualsiasi vincolo comunitario e/o trascendente. Ma l'individuo soggetto pensante e libero attore, l'individuo in nome e per conto del quale il liberalismo si è battuto, non ha ancora vinto alcuna scommessa. Poteva farlo?