venerdì 1 giugno 2007

Macrobio, Commento al sogno di Scipione


Macrobio

Commento al Somnium Scipionis

Macrobio (V sec. d.C.) è stato uno dei maggiori neoplatonici pagani di lingua latina, insieme a Calcidio e a Marziano Capella.

Il Commento al Sogno di Scipione, oltre ai Saturnalia, è la sua opera più famosa e quella che ha avuto maggiori influssi nell'Occidente.

Il brano che narra il sogno del condottiero romano è tratto dal VI e ultimo libro della Repubblica di Cicerone e il commento presenta, in forma di annotazioni al testo ciceroniano, le più importanti dottrine della religione filosofica tardo-antica: l'esistenza del mondo intelligibile, l'immortalità dell'anima e i suoi destini ultraterreni, nonché i paradigmi della vita buona per l'uomo di quaggiù, insieme ad ampie digressioni sull'interpretazione dei tipi di sogni e sulle loro rispettive capacità profetiche, la scienza dei numeri pitagorici, la cosmologia, la geografia, i cicli del tempo, l'armonia delle sfere.

In tal modo Macrobio costruisce il più soddisfacente e più letto compendio enciclopedico latino sul neoplatonismo.

Il testo, criticamente annotato, è preceduto da un ampio saggio introduttivo di Ilaria Ramelli. Accompagna l'opera un'esauriente bibliografia e un indice analitico e la completa una ricca serie di appendici.

Lo stesso testo di Macrobio è impreziosito da illustrazioni per la maggior parte tratte da manoscritti e incunaboli che ne attestano la fortuna nelle varie epoche.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma la traduzione è ricalcata su di una traduzione francese, presente su internet...

Anonimo ha detto...

Ho acquistato il libro. La traduzione mi pare bella, l'apparato critico approfondito. La ricerca iconologica di Neri affascinante e l'introduzione della Ramelli (che avevo avuto già modo di apprezzare per il suo lavoro sul "Corpus Hermeticum)"come al solito erudita e tale da calare Macrobio nel suo contesto storico.
Ho provato a fare ricerche su Internet e non ho assolutamente trovato traduzioni francesi, se non di qualche brano, e anche questo molto lontano dalla traduzione di Neri.
Mi pare quindi che il precedente commento sia solo una calunnia gratuita. Se davvero c'è qualcosa di simile, perché allora non fornire l'url della traduzione francese?

Alberto ha detto...

A questo punto sarebbe interessante sentire la replica da parte del primo dei due "Anonimo".

Con l'occasione invito chi lascia commenti a utilizzare, se non il proprio nome, almeno un nickname, in modo da poter seguire le discussioni.